Aprire Partita IVA: i consigli del commercialista.

Aprire Partita IVA: i consigli del commercialista.

Il nuovo anno è alle porte e più di qualcuno, desideroso di prestare fede ai propri buoni propositi, inizia già a contattare il nostro studio per programmare l’apertura della propria partita IVA. In questo breve articolo, dunque, vi daremo le principali informazioni e regole da tenere a mente per iniziare al meglio un’attività di impresa.

Cos’è la partita IVA?

La partita IVA è un codice numerico di 11 numeri che identifica una persona fisica che intende effettuare un’attività professionale o imprenditoriale, oppure una società. Una volta aperta la propria attività, viene comunicato questo codice che rimane valido fino al momento in cui non si decide di cessare tale attività.

Chi è obbligato ad aprire partita IVA e quali sono le conseguenze?

I soggetti obbligati ad aprire una partita IVA sono tutti coloro che svolgono attività in forma autonoma, continua, abituale e professionale[1]. Tali soggetti possono essere liberi professionisti o imprese e, più generalmente, lavoratori autonomi o imprenditori che offrano beni o servizi per conto proprio.

Una volta avvenuta l’apertura della partita IVA scatta l’obbligo di emissione della fattura per regolare i compensi connessi alla propria attività. Ricordiamo che l’emissione della fattura è un adempimento obbligatorio ai fini IVA ed è altresì necessario per la determinazione del reddito di impresa o da lavoro autonomo ai fini del calcolo delle imposte sui reddito (e dei contributi previdenziali).

Come aprire una partita IVA?

Per aprire partita IVA è necessario operare presso il portale Comunica[2] oppure presentare un apposito modulo presso l’Agenzia delle Entrate, più precisamente il Modello AA9/12 per le persone fisiche e il modello AA7/10 per le società. Tali modelli dovranno essere presentati telematicamente tramite i servizi online messi a disposizione dall’ Agenzia delle Entrate (o presentati in forma cartacea allo sportello) ovvero attraverso un intermediario abilitato, ad esempio il dottore commercialista. Questa operazione è normalmente gratuita.

Inoltre, al momento dell’apertura della propria P.IVA, è necessario individuare il codice ATECO in relazione all’ attività che si svolgerà: la scelta del codice ATECO ha conseguenze sia sotto il profilo fiscale che contributivo[3]. Per questo motivo consigliamo di valutare attentamente la propria situazione con un dottore commercialista.

Quale regime fiscale scegliere?

Il regime fiscale, in parole povere, è il metodo attraverso il quale si va a determinare l’imponibile fiscale e quindi previdenziale della propria attività e ne esistono di tre principali tipologie: regime forfettario, regime semplificato e regime ordinario.

Normalmente per l’apertura di una partita IVA si valuta la scelta tra il regime forfettario o quello semplificato, considerando varie variabili, prima fra tutte la tipologia di attività svolta. In ogni caso, per affrontare questa delicata scelta, consigliamo di farsi attentamente guidare dal proprio commercialista di fiducia.

Ulteriori aspetti da considerare.

C’è un altro e non banale aspetto da considerare per l’avvio di un’attività in proprio e cioè l’aspetto organizzativo, essenziale per plasmare un’idea di business in maniera vincente. Difatti, l’imprenditore che decide di “mettersi in proprio” e iniziare un’ attività dovrebbe dotarsi di un team che racchiuda tutte le principali skills che, perlomeno sulla carta, sono considerate come le capacità necessarie per raggiungere il successo. Tali skills sono riassumibili in 4 macro categorie:

  • capacità di lavorare in squadra e contemporaneamente di esserne il leader
  • capacità di risolvere i problemi e di essere flessibili
  • capacità di pensare e valutare le migliori strategie di marketing e comunicazione e implementarle per raggiungere i target desiderati
  • ultima, ma non meno importanti sono le competenze a livello amministrativo, fiscale e contabile necessarie per pianificare la vita fiscale della propria attività e quindi la crescita finanziaria.

I professionisti dello Studio Baracco Fornasiero sono a tua disposizione per guidarti e consigliarti in questo delicato percorso.


[1] Si noti che il superamento della soglia dei 5.000 Euro di ricavi non è un parametro di riferimento quantitativo per aprire partita IVA. Come abbiamo visto, il concetto fondamentale che obbliga un lavoratore autonomo ad aprire partita IVA è la sussistenza dell’abitualità e della continuità della propria attività, ossia quando viene volta in modalità sistematica.

[2] Comunica – Comunicazione Unica d’Impresa, il servizio informatico per assolvere a tutti gli adempimenti per l’avvio di un’impresa e per le successive modifiche o cancellazione. Disponibile al link https://www.registroimprese.it/comunicazione-unica-d-impresa.

[3] Nel caso di apertura della P.IVA come lavoratore autonomo non sarà necessaria l’iscrizione al registro delle imprese. Invece, se la P.IVA viene aperta per lo svolgimento di attività di impresa sarà necessario valutare l’iscrizione al registro imprese, caso per caso, sulla base della scelta del codice ATEC