Secondo l’art. 25 del DL 179/2012, per start-up innovativa si intende una società di capitali (costituita anche in forma di cooperativa) di diritto italiano che sia costituita e svolga l’attività da non più di sessanta mesi, che abbia la sede produttiva o una filiale in Italia, che non presenti – a partire dal secondo anno – ricavi totali superiori ai 5 milioni di Euro, che non distribuisca e non abbia distribuito utili e che indichi come oggetto sociale “la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico”. Inoltre, viene previsto che la società sia di nuova costituzione e non derivi da operazioni straordinarie quali la fusione, scissione o la cessione d’azienda o di ramo d’azienda.
Infine, una startup si può qualificare come innovativa se rispetta almeno uno dei seguenti requisiti:
- sostiene spese in R&S pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione;
- impiega personale altamente qualificato (almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale);
- è titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di un software registrato.
Il processo di selezione di una start-up innovativa dal mercato è un passaggio essenziale per riconoscere le migliori opportunità di investimento, diversificandole in termini di settore e di stadio di sviluppo del progetto.
Il processo si sviluppa in quattro fasi:
- Fase di screening. Coincide con il primo formale approccio con la start-up innovativa. In questa fase viene svolta una selezione basata principalmente sui documenti che l’azienda fornisce. In particolare, i documenti che la start-up dovrebbe fornire sono: executive summary, relazione finanziaria e proposta di investimento preliminare. Il primo documento contiene la presentazione dell’azienda, del board, del mercato in cui opera e dei propri prodotti; il secondo evidenzia i key financial indicators, ossia i principali parametri che forniscono una visione quantitativa dello stato di avanzamento della start-up; la proposta di investimento, infine, indica il capitale richiesto, in che modo verrà raccolto, in che modo verrà investito e quali sono le eventuali strategie di exit.
- Cognitive meeting. Primo incontro con i founders della società, con lo scopo di verificare quanto appreso nella fase di screening. Durante questo incontro è fondamentale anche richiedere maggiori informazioni sulla costituzione del portfolio management dell’impresa.
- Analisi del modello di Business. Fase centrale del processo di selezione in cui si entra nel vivo dell’analisi scomponendo il modello di business (infrastruttura, offerta, settore clienti, area finanziaria) e vagliandone nel dettaglio le attività e le risorse chiave. Infine è necessario valutare anche la sostenibilità finanziaria della value proposition, valutando costi e ricavi prospettici.
- Il processo di controllo e analisi termina con la due diligence secondo tre direttrici: la prima di natura amministrativa e contabile, la seconda legale e la terza collegata alla completezza del modello di business allo scopo di verificare che la strategia di go to market sia attuabile e che le tempistiche di on boarding dei clienti siano rispettate.